Dopo qualche giorno
di sconforto, dovuto probabilmente alla stanchezza accumulata, alla tensione
per le responsabilità a noi affidate, all’impegno messo per imparare tutte le
cose nuove che ci sono da fare qui, finalmente ieri mi sembrava di aver ripreso
un po’ in mano le emozioni e aver ricaricato le pile con un po’ di ballo e
allegria al concerto dei cori delle parrocchie. I tre donatori di sangue venuti
oggi, sommati ai 5 di sabato hanno aiutato sicuramente.
Nel pomeriggio di
oggi però devo ammettere di aver avuto una ricaduta gigantesca.
Come ormai d’abitudine
nel pomeriggio sono andata con Stefano al CASC, oggi avevamo previsto di
mettere a punto il programma del CASC Vacanze che comincerà il 3 luglio. Una serie
di imprevisti(?!?) ha fatto si che gli animatori presenti oggi fossero solo 2 (più
2 che sono andati via al nostro arrivo, chissà poi perché?!). Il numero normale
di animatori è 7.
Già per questo motivo
iniziano a frullarmi le narici.
Bambini presenti: 80
(uno più-uno meno). Giochi in atto: corsa con i sacchi (3) da un lato del campo,
racchettoni (2) dall’altro lato. Bambini occupati: 5. Bambini nullafacenti: 75.
Presi dalla
disperazione per l’iperattività di quei 75 ci lanciamo in un bans che gli
abbiamo insegnato la scorsa settimana, tutto ok, lo sparviero, ottimo,
pistolero, piace un sacco. Ogni tanto qualche bambino si picchia, siamo io e
Stefano a dividerli, sotto gli occhi degli animatori che giustificano la cosa
come “un metodo educativo congolese”.
Le mie narici fumano.
Non capendo bene come,
si passa ad un gioco congolese, in lingua tshiluba, che quindi conoscono tutti
tra la sottoscritta e Stefano. Cerchiamo di copiare cosa fanno i bambini,
interpretiamo il gioco come una specie di “strega tocca colore”. Giammai! In un
attimo mi ritrovo con una decina di bambini letteralmente appesi alle mie
braccia con dei pizzicotti micidiali. Sopraffatta dallo stupore e dal dolore,
non sapendo come dire in tshiluba ai bambini che mi stavano facendo male, molto
male, ho provato a dirlo in francese, inutilmente. Non sono riuscita a
trattenere le lacrime e mi sono allontanata dal gruppo.
Mi sono rifugiata in
casa, a cucire le zanzariere del centro nutrizionale che ovviamente non essendo
proprietà loro, hanno lasciato in balia dei topi nel magazzino, “tanto le
zanzare ci sono anche di giorno, cosa serve ripararsi la notte”. (?!?!?!)
Stefano nel frattempo
si è fatto spiegare il gioco che consiste del PIZZICARE VIOLENTEMENTE chi
sbaglia a mettere il piede a terra durante la canzoncina.
Le mie narici ormai
emettono fiamme. Le mie braccia bruciano e stanno venendo fuori dei bei lividi.
Ora, se un gioco del
genere viene fatto normalmente, anzi, viene addirittura proposto dagli
animatori, spiegatemi perché non dovrebbero cadermi le braccia, il mento, la
testa e tutto il resto a terra.
Il CASC esiste da
circa 7 anni. Mi rifiuto di pensare che, tra tutte le persone che sono passate
di qui, nessuno abbia cercato di far comprendere l’importanza dell’esempio che
gli animatori danno ai bambini e della non violenza perché è una delle prime
cose che ti salta agli occhi.
Sono venuta qui con l’incarico
di portare nuove attività, nuovi giochi, un po’ di metodo scout (volente o
nolente ormai mi viene spontaneo), di insegnare agli animatori delle tecniche di
animazione (gioco di parole involontario), di espressione, di teatro, di gioco,
attività manuali, bricolage…e mi ritrovo spiazzata da… non so neanche come
definire la cosa: ignoranza? mancanza di regole? Comportamento incivile? Abitudini
sbagliate? Assenza di ragionamento? degli animatori.
Altro che fare le
attività con i bambini, qua si deve prima agire sui più grandi. L’altro giorno
mi hanno elencato alla perfezione tutte le persone che sono state un esempio
nel mondo per la pace senza violenza. Che sia per loro solo una filastrocca da
imparare a memoria come i nomi dei 7 nani?
Ovviamente tutto ciò,
una volta scrollato di dosso lo scoraggiamento, il fumo delle narici e passati
i lividi, non farà che aumentare la sfida, la voglia di fare e di mettermi in
gioco. Nulla è impossibile. A volte è solo un po’ doloroso.
Tranquilli, ho già il
sorriso sulle labbra. E l’aloe sulle braccia.
Ecco un altro uso dell'aloe. Va meglio, vero?
RispondiEliminaciao katia, vedo solo ora i tuoi commenti, ora va meglio, nessun pizzicotto da un sacco di giorni!
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