Sabato mattina. Colazione con calma, pulizia della camera e
doccia. In giornate come questa mi sento a casa, mi fa bene occuparmi della
risistemazione dei miei spazi! Tanto tempo che non scrivo qualcosa, e non
sicuramente perché mancano le cose da dire. L’ultimo periodo è stato intenso,
lavorativamente parlando e non. Sono i mesi peggiori per quanto riguarda il
problema della malnutrizione, sembra infatti che in questo periodo scarseggi il
cibo disponibile, e di conseguenza il centro Moyo è particolarmente affollato.
Diversamente dal solito sono tutti piccolini, che complica un po’
l’organizzazione delle attività, ma facilità la comunicazione e la
predisposizione a farli diventare tutti un po’ figli nostri. I gemellini sono
quelli che regalano più soddisfazioni. Kanku e Mbuy, abbandonati praticamente
alla nascita dalla matrigna (la mamma è morta mettendoli al mondo), fanno parte
del centro da parecchi mesi. Il padre ha firmato per liberarsene, a casa non li
vuole, ed ora che stanno bene si deve trovare una sistemazione per loro. Molto
probabilmente andranno a Kananga nell'orfanotrofio delle suore. Sono bellissimi
entrambi, se solo si potesse, ce li porteremmo volentieri in Italia, senza
dubbio. Comunque, Kanku inizia a camminare, un po’ in ritardo se si considera
che ha più di un anno, ma vederlo incerto muovere i suoi primi passetti è
davvero una grande emozione. Mbuy invece non riesce ancora a reggersi in piedi,
temiamo ci sia qualche problema con il piedino sinistro, non lo appoggia mai e
la gambina è rigida. Remy, il medico, ci ha promesso di dargli un’occhiata. E
noi lo tampineremo finchè non lo farà davvero! Grandi progetti per Natale,
sfruttando la manodopera dei ragazzi del CASC che saranno in vacanza, pensiamo
di risistemare l’intera struttura…un po’ di necessarissima pulizia, una
riverniciata e la creazione di una stanza per i giochi, da vivere soprattutto
in caso di pioggia. Tumba invece se n’è tornato a casa. So che non si
dovrebbero fare preferenze, ma lui era davvero il mio “coccolo”! Sono arrivati in
quattro, tutti fratelli, tutti malnutriti, ma di un’allegria contagiosa a dir
poco. Lui è muto, e decisamente dipendente dagli abbracci. Mi si attaccava alle
gambe sorridendo e richiamando l’attenzione finchè non lo prendevo in braccio,e
li ci rimaneva fino a che non me ne andavo. Quando se ne vanno rimane il
pensiero di quel che si è fatto assieme. Ben poco, forse, ma l’idea di averlo
fatto ridere il più possibile, lascia una piccola consolazione.
Al CASC ci sono stati grandi cambiamenti invece, arrivate
nuove leve, e partito Costa. Ma questa è una storia lunga. Basti sapere che il
nostro rapporto con i ragazzi migliora di giorno in giorno, a forza di
chiacchiere serali e partite di pallavolo. Ogni tanto ci viene in mente che da
qui ce ne dovremmo andare, e già si fa sentire la tristezza all’idea di non
vederli più. Nonostante, ovviamente, siano tutti convinti che ci si rincontrerà
quando verranno in Europa.
Sabato di sole. Da qui si sentono le canzoni trasmesse dalla
stazione radio, appena fuori casa, e si respira un clima di festa. Solito via
vai di donne cariche d’acqua sulla testa (rimane un mistero per noi come
facciano a sopportarne il peso), e battito di mani ritmico delle bambine che
giocano tra di loro.
Gran giorno oggi, per sta sera è in programma la pizza in
casa Coe!