Oggi il piccolo Ismael compie tre mesi. È il mio nipotino,
il primo, ed è incredibile quanto riesca a sentirne la mancanza nonostante sia
presente da così poco tempo nella mia vita. Lo penso molto spesso e credo una
parte di me si senta un po’ in colpa per non essere a casa a vederlo
crescere. L’emozione di tenerlo in
braccio quella prima volta in ospedale e la commozione l’ultimo giorno prima d
partire quando gli ho sussurrato quanto bene gli voglio, le sento anche oggi
nel vedere le foto dei suoi sorrisi o di quelle faccine buffe immortalate
prontamente dalla sua mamma. In qualche modo me lo porto in giro per Tshimbulu,
fisso immagini e fatti nella memoria con il pensiero che quando sarà più grande
avrò qualcosa da raccontargli, e allora ne sarà valsa ancor più la pena. Gli
dirò dei bambini, ovvio, delle case così diverse dalle nostre, della musica,
degli animali liberi, dei giochi e del sapersi divertire con veramente
pochissimo. E gli racconterò, esattamente come succede nelle fiabe, di questo
posto in cui la magia esiste, se non altro nella misura in cui tutti credono ci
sia davvero. Maghi buoni e stregoni, maledizioni e formule di protezione, capre
stregate e collane incantate. Saprà che anche sua zia è stata magica per un
po’, che l’hanno creduta in possesso di chissà quale potere, che le ha permesso
di arrivare fin quaggiù protetta. O almeno di questo ne sono convinti alcuni
ragazzi del casc, che mi hanno chiesto che tipo di magia possiedo…come li
spiego altrimenti gli orecchini, i tatuaggi o il piercing nel braccio?
Impossibile far capire che si tratta di una strana concezione di bellezza. Devono
essere per forza una sorta di talismani, ci sta però che nn me la sento di
svelare i miei segreti, probabilmente vengono dalla mia famiglia, non li posso
certo divulgare così. Gli dirò poi di Rita e Emanuele, la piccola compie un
anno domenica, Ema ne ha tre e tre mesi, e si godono un’infanzia al naturale,
imparando a condividere i biscotti e a giocare senza troppi apparecchi
elettronici. E sono felici. Quando poi una domenica di pioggia ci ritroveremo
assieme a guardar fuori dalla finestra, gli spiegherò come si apre il cielo a
Tshimbulu dopo un temporale, come il sole allora regali un tramonto
spettacolare da godersi durante una “petite promenade”. Ieri Cienke, Tresor e Tony
ci hanno portate a vedere i pesci, nel tentativo di sollevarci il morale per la
mancata partita di pallavolo causa maltempo. Loro, in ciabatte, andavano
velocissimi su stradine fangose tra uno stagno e l’altro. Noi, incerte e senza
equilibrio, cercavamo di stargli dietro tra una risata e l’altra. Dopo essere
scese tra i pescatori, aver visto pesciolini e fotografato l’impossibile
assecondando le loro richieste, siamo risalite fino ad un angolo di paradiso
intriso di luce rossastra. Ed è stato uno di quei momenti in cui realizzi
davvero dove sei, in cui respiri a fondo cercando di far entrare un po’ di quel
sole anche dentro di te.
Mi divertirò nel vederlo stupirsi per cose così lontane
dal suo mondo, cercando di insegnargli che non è da considerarsi solo povero,
ma che è da apprezzare per le ricchezze che offre.
E se poi dovesse venirgli
voglia d andare a scoprire la sua di magia, sarò più che felice di
accompagnarlo anche in capo al mondo.