martedì 11 febbraio 2014

Salongo

Nel complessissimo sistema scolastico congolese, questo è il periodo degli esami. Le scuole superiori qui durano sei anni e i ragazzi devono affrontare le prove di sbarramento in quinta a due riprese, una ora e una a giugno. Prima delle vacanze di Natale c’è stato un riassunto dei voti, il risultato serve per capire chi è in linea con il programma e chi invece è rimasto indietro...perchè fare poi gli esami ad un mese di distanza, considerando anche che, vista la lentezza propria di questo paese non tutti hanno ottenuto ancora il verdetto, non mi è del tutto chiaro. Certo è che gli esami costano caro, e non solo in termini di fatica. Gli studenti pagano non solo la normale rata della scuola, ma hanno l’obbligo di donare 2.500 franchi al mese (più o meno due euro, non poco qui) direttamente agli insegnanti. Pena l’essere cacciati dall’istituto finchè nn si salda il debito. Questo in tempi “normali”, va da sè che quando il lavoro richiesto è maggiore, vedi correggere degli esami, il prezzo aumenta, più o meno alla luce del sole. C’è chi approfitta del sistema, da entrambe le parti, e compra le domande o si fa pagare un buon risultato. C’è invece chi non si può permettere di versare una tangente, e allora entra in campo il salongo.  Questa pratica comincia già alle scuole elementari e funziona più o meno così: una volta a settimana, nel week end soprattutto, gli studenti sono chiamati a fare dei lavori per l’insegnante, quali sistemare il giardino o il campo, liberare la strada, piantare se necessario frutta o verdura. Chi si rifiuta, e non sono in molti, può rimediare comprando delle scope, o lavorando il doppio la settimana dopo. Se ancora il bambino in questione mostra segni di ribellione, sarà la commissione disciplinare a deciderne la punizione, che può arrivare anche all’espulsione dalla scuola.  Con l’aumentare del livello scolastico, cambiano anche le richieste, e allora lo studente può riuscire a cavarsela comprando delle ricariche telefoniche per il professore o servizi simili. Sempre ai soldi si ritorna,insomma.  Immaginatevi quindi in periodo di esami quanti e quali possano essere i salongo, tanto più se qualcuno sa di avere delle difficoltà. A parte l’assurdità di tutto questo, e della normalità con il quale viene vissuto, vien da porsi tante domande, da chiedersi  soprattutto con che idea di giusto e sbagliato crescano le menti in Congo. Già da piccoli entrano nell’ottica corrotta secondo cui per avere qualcosa l’importante è pagare, che l’istruzione ha un prezzo più o meno variabile, e che l’obbedienza è dovuta. 
Certo, ci sono pure delle eccezioni. Esistono insegnanti che rifiutano la pratica del salongo, e studenti contrari alla corruzione, che si rifiutano di pagare di più per lo stage e che convincono i colleghi ad opporsi. Ogni classe conta più o meno un’ottantina di ragazzi e ragazze (comunque poche rispetto alla presenza maschile), e uno dei pochi metodi per sfuggire al sistema è una rivoluzione di classe che non dura però più di qualche giorno. E a pagare sono comunque gli studenti che perdono le lezioni. 
Sfortunatamente per noi, una delle eccezioni è il nostro insegnante di tshiluba. Mercoledì ci farà l’esame...e non c’è modo di corromperlo! Anto cercherà di addolcirlo con una delle sue favolose crostate ma, professionale com’è, dubitiamo si lasci il tempo di assaggiarla prima di averci sottoposto la verifica. Speriamo, in caso di bocciatura, non ci tocchi andare a casa sua a sistemargli il giardino.