Nel complessissimo sistema scolastico congolese, questo è il
periodo degli esami. Le scuole superiori qui durano sei anni e i ragazzi devono
affrontare le prove di sbarramento in quinta a due riprese, una ora e una a
giugno. Prima delle vacanze di Natale c’è stato un riassunto dei voti, il
risultato serve per capire chi è in linea con il programma e chi invece è
rimasto indietro...perchè fare poi gli esami ad un mese di distanza,
considerando anche che, vista la lentezza propria di questo paese non tutti
hanno ottenuto ancora il verdetto, non mi è del tutto chiaro. Certo è che gli esami
costano caro, e non solo in termini di fatica. Gli studenti pagano non solo la
normale rata della scuola, ma hanno l’obbligo di donare 2.500 franchi al mese
(più o meno due euro, non poco qui) direttamente agli insegnanti. Pena l’essere
cacciati dall’istituto finchè nn si salda il debito. Questo in tempi “normali”,
va da sè che quando il lavoro richiesto è maggiore, vedi correggere degli
esami, il prezzo aumenta, più o meno alla luce del sole. C’è chi approfitta del
sistema, da entrambe le parti, e compra le domande o si fa pagare un buon
risultato. C’è invece chi non si può permettere di versare una tangente, e
allora entra in campo il salongo. Questa
pratica comincia già alle scuole elementari e funziona più o meno così: una
volta a settimana, nel week end soprattutto, gli studenti sono chiamati a fare
dei lavori per l’insegnante, quali sistemare il giardino o il campo, liberare
la strada, piantare se necessario frutta o verdura. Chi si rifiuta, e non sono
in molti, può rimediare comprando delle scope, o lavorando il doppio la
settimana dopo. Se ancora il bambino in questione mostra segni di ribellione,
sarà la commissione disciplinare a deciderne la punizione, che può arrivare
anche all’espulsione dalla scuola. Con
l’aumentare del livello scolastico, cambiano anche le richieste, e allora lo
studente può riuscire a cavarsela comprando delle ricariche telefoniche per il
professore o servizi simili. Sempre ai soldi si ritorna,insomma. Immaginatevi quindi in periodo di esami quanti
e quali possano essere i salongo, tanto più se qualcuno sa di avere delle
difficoltà. A parte l’assurdità di tutto questo, e della normalità con il quale
viene vissuto, vien da porsi tante domande, da chiedersi soprattutto con che idea di giusto e
sbagliato crescano le menti in Congo. Già da piccoli entrano nell’ottica corrotta
secondo cui per avere qualcosa l’importante è pagare, che l’istruzione ha un
prezzo più o meno variabile, e che l’obbedienza è dovuta.
Certo, ci sono pure
delle eccezioni. Esistono insegnanti che rifiutano la pratica del salongo, e
studenti contrari alla corruzione, che si rifiutano di pagare di più per lo
stage e che convincono i colleghi ad opporsi. Ogni classe conta più o meno
un’ottantina di ragazzi e ragazze (comunque poche rispetto alla presenza
maschile), e uno dei pochi metodi per sfuggire al sistema è una rivoluzione di
classe che non dura però più di qualche giorno. E a pagare sono comunque gli
studenti che perdono le lezioni.
Sfortunatamente per noi, una delle eccezioni è
il nostro insegnante di tshiluba. Mercoledì ci farà l’esame...e non c’è modo di
corromperlo! Anto cercherà di addolcirlo con una delle sue favolose crostate
ma, professionale com’è, dubitiamo si lasci il tempo di assaggiarla prima di
averci sottoposto la verifica. Speriamo, in caso di bocciatura, non ci tocchi
andare a casa sua a sistemargli il giardino.