domenica 8 febbraio 2015

SALUTARE CESPUGLI


la strada e i suoi buchi

Giovedì sono finalmente andata a Dibaya, all’ufficio sanitario centrale della nostra zona di sanità, per ritirare i farmaci per l’ospedale. Finalmente per due motivi: primo il classico tempismo africano secondo il quale i farmaci dovevano arrivare a metà gennaio e secondo…la maledetta stagione delle piogge che è ormai alle porte. Memore dell’ultimo entusiasmante nonchè terrificante viaggio a Dibaya sotto la pioggia in compagnia di Stefano e Marco ora non mi faccio più fregare e con la pioggia mi rifiuto di viaggiare in macchina per grandi distanze, tanto più che in questo periodo i famosi fulmini congolesi stanno mietendo un sacco di vittime! (Ovviamente non è mai casualità ma sono fulmini punitivi inviati proprio per colpire una persona precisa che ha combinato qualche guaio…ma si sa, chi non ha peccato scagli la prima pietra….)
la riviera
Ad ogni modo, viaggetto tranquillo, partiti con le solite due orette di ritardo dovute all’attesa del responsabile del servizio che vive a Tshimbulu e quindi doveva venire con noi in macchina altrimenti nessuno ci avrebbe servito i farmaci. Sono riuscita a fare qualche video della “strada” e del paesaggio che è molto bello perché per arrivare a destinazione si deve attraversare la riviera (un fiumiciattolo verdastro leggendariamente abitato da sirene, che fantasia…) e quindi si scende in mezzo al verde per poi risalire in una zona lontanamente sembiante le nostre montagne, ci sono anche delle rocce qua e la!
la valutazione della richiesta
Solita oretta di attesa a Dibaya aspettando che un brav’uomo pulisse il deposito farmaci dagli escrementi dei pipistrelli che hanno colonizzato la struttura emanando il loro caratteristico olezzo nell’arco di un km, poi valutazione della nostra richiesta di farmaci (data a inizio gennaio ma non ancora letta) e risposta (questo no, questo no, di questo me ne hai chiesti 4000, te ne do 2000), relativa contrattazione da buoni africani e ritorno a casa. Senza pioggia!!! E abbiamo anche avvistato un altro bianco con un'altra macchina, il che ha fatto riversare tutto il villaggio sulla strada, si trattava di un prete ortodosso venuto da Kinshasa per vedere dove costruire una nuova chiesa.
Ed eccoci arrivati al motivo del titolo del post: per tutto il giorno mi è sembrato di salutare cespugli e alberi. Passando in auto attraverso villaggi e savana ho sentito il mio nome in continuazione, e non un semplice “mutoke” (bianco) ma proprio Marianna!...eppure io ho quasi sempre salutato il nulla. Un po’ la loro paura per la macchina e un po’ la supervista africana vs la mia vista sfigata… fatto sta che la vegetazione mi ha salutato con entusiasmo per tutto il tempo e io ho contraccambiato! 


domenica 18 gennaio 2015

ANNO NUOVO, VITA NUOVA?



Ed eccomi arrivata all’ultimo trimestre in RDCongo, sopravvissuta alla mancanza dell’inverno con la neve e gli addobbi natalizi e il volersi tutti un po’ più bene… leggermente consolata dal fatto che anche a Cuneo non sia sceso un fiocco di neve…
Babbo Natale è arrivato un po’ in ritardo, e attraverso i visitatori della scorsa settimana ci ha mandato del formaggio che non vedevamo da mesi e prosciutto e salame dei quali mi ero ormai dimenticata il sapore, per non parlare del container che era partito dall’Italia a luglio ed è finalmente arrivato qui il 10 gennaio e che trasportava, oltre che macchinari per l’ospedale e vestiti anche un piccolo rifornimento di pasta e di sfizi come peperoni e carciofi sott’olio che ci siamo divorati in quattro e quattr’otto!
A partire dalla mia quarta malaria il 1° gennaio, direi che la vita non è cambiata più di tanto con l’arrivo dell’anno nuovo, forse è cambiato il mio modo di stare qui, il sapere di avere ancora (o solo più) 80 giorni per raggiungere gli obiettivi prefissati, per effettuare i passaggi di consegna e valutare il mio lavoro qui mi fa vedere le cose sotto un’altra luce.
Devo ammettere che ormai mi sono un po’ abituata alla vita di villaggio, e quando ho avuto l’occasione di andare in città per la prima volta da quando sono arrivata, il mese scorso, mi sono sentita quasi una disadattata. Ero stupita e intimorita nel vedere negozi, macchine, il ristorante, il bar e addirittura un mini supermercato, solo al mio rientro a casa la sera mi sono resa conto di essere stata in tensione tutto il giorno (le tre ore di auto di andata, e quelle di rientro con impantanamento non hanno aiutato) ma credo che ad agitarmi fosse tutta quella gente della città, la vita frenetica e la confusione. Devo dire che però quel giorno io e Stefano ci siamo mangiati il simil kebab più buono del mondo (malinconia di casa a mille).
Per quanto riguarda le mie attività, oltre all’ormai noto centro nutrizionale, il buon Stefano, rientrando in Italia, mi ha passato le sue creazioni: il deposito della farmacia e il laboratorio di ottica. Tranquillo Ste, per ora tutto fila liscio, non ho ancora dato fuoco a niente!
Per la fine del mese mi sto preparando a lasciare la gestione amministrativa, logistica e le attività riabilitative del centro nutrizionale alla controparte locale del Coe, nella figura di una suora infermiera che da novembre segue già la parte sanitaria. Nei mesi di febbraio e marzo invece mi occuperò del passaggio di consegna della farmacia e della sistemazione della lunetterie (laboratorio di ottica) dopo di che sarò pronta per il rientro in Italia!  Yeah!
PS: La cosa più difficile sarà salutare i cuccioli d'uomo del centro nutrizionale!