Si avvicina il Natale, per noi una festa tutta nuova
quest’anno. Qui non ci sono case illuminate, mercatini, pubblicità, panettoni o
torroni a ricordarci che sta arrivando. E tantomeno il freddo. E’ la prima
volta per entrambe che siamo lontane da famiglia ed amici in quest’occasione, e
ci si ritrova spesso a pensare a quante cose abbiamo dato per scontato negli
anni passati, a come spesso prese dalla frenesia dei regali e dei preparativi
ci siamo dimenticate di riflettere su tutto il resto. Che si voglia o no,
indipendentemente dal proprio credo religioso, è innegabile che in questo
periodo in famiglia si stia più vicini,
tra amici ci siano cene su cene, e che sia il momento per sentire quelle
persone che fanno parte delle proprie vite ma che sono lontane. E i preparativi
in casa sono d’obbligo. A casa mia sono una scusa per prendersi una domenica
mattina da condividere nel tentativo di azzeccare la combinazione giusta di
bocce sull'albero, e per prendere un pò in giro il papà che ogni anno si inventa
situazioni diverse per il presepe (..chissà questa volta da dove vengono i Re Magi…). Per non
parlare poi dell’impegno che ci mettono i nonni. La nonna con una pazienza
infinita a preparare il suo ”zelten” e a pensare alla disposizione dei tavoli
per il pranzo di Natale, e il nonno con minuziosa cura ad allestire presepio e
albero, ogni anno con l’aggiunta di qualcosa, ogni anno con qualche storia da
raccontare sulle statutine che partecipano da generazioni. E l’attesa della neve, esattamente come quando
si era bambini. Bardarsi da capo a piedi per andare a camminare di notte la
dove si è sicuri non sia passato nessuno per sprofondare nella neve soffice, o
organizzare slittate notturne tra gente che ormai si dovrebbe considerare
adulta ma che perde qualsiasi accenno di maturità una volta trovata la pendenza
giusta.
Quest’anno poi è il primo del mio splendido nipotino, non lo vedrò
perplesso davanti alla novità di colori, luci e pacchettini.
Ma a Tshimbulu non ci si demoralizza, anzi. Per rimediare
all'assenza di atmosfera, abbiamo attaccato una fila di lucette sulle
finestre…poco importa che non si accendano per risparmiare elettricità!
Il
nostro regalo è arrivato in anticipo e ci riteniamo soddisfatte. Si chiama
Francesca, una ragazza davvero bella ed intelligente che ci terrà compagnia
tutto il mese di dicembre, lavorando in maternità. Si è creata da subito una forte complicità, e a modo nostro ci sentiamo un po’ come in famiglia.
Fortunata come sono, le mie due compagne
sono pure delle ottime cuoche, avrò un pranzo natalizio degno di qualsiasi
tavola italiana combinando esperienza pugliese e abruzzese, con l’aggiunta
delle prodezze culinarie di Katia.
Al Casc è in corso una colletta tra gli
animatori per fare invece un pranzo tutto africano, e i bambini hanno colorato
delle statutine di carta per addobbare un presepio decisamente particolare, con
capanna intrecciata a mano e una quantità non indifferente di asinelli, Guseppe
e Maria, il risultato del lasciare scegliere ad una settantina di bambini cosa
vogliono colorare.
“Vibration”, con un sorriso tutto denti, è quanto ci dice
Cesco parlando di ciò che ci aspetta, entusiasta che quest’anno si festeggerà
assieme…e del tutto inconsapevole che noi siamo più emozionate di lui allidea
di avere un’occasione come questa, quasi scosse da quanto già ci siano entrati
nel cuore i ragazzi e le loro storie.