domenica 6 ottobre 2013

Domenica sera

A Tshimbulu ora piove. È la stagione delle pioggie, in effetti. Otto mesi caratterizzati da acquazzoni più o meno violenti, in diverse ore della giornata. Tendenzialmente succede che fa caldo, tanto caldo, poi si alza un po’ di vento. Dapprima leggero, appena un piccolo movimento di foglie di palma,poi forte, tanto forte da trasportare nuvoloni neri che stavano nascosti chissà dove. E poi succede. Tuoni e saette, e tanta acqua. Sembra ci sia qualcuno che dallalto apre un celestiale rubinetto. E tutti corrono, tutto tace. È una pioggia dispettosa a volte, che coglie impreparati e bagna tutti i vestiti stesi ad asciugare che non si è fatto in tempo a ritirare. O che rende inutile il lavoro di un intero pomeriggio quando si cucina per un reggimento, inconsapevoli che il vento si alzerà di sera, e che quindi gli invitati non riusciranno mai a raggiungere il banchetto causa pioggia. E allora si mangiano gli avanzi per una settimana. 
Ma è anche una pioggia che fa sorridere, se non ridere proprio. Le grondaie del CASC offrono l’occasione di una doccia al naturale quando piove, e allora si vedono i bambini pieni di sapone che ballano e ridono, contenti di quest’improvviso divertimento.  Ed è inevitabile essere contagiate da quella felicità.  
Noi stesse,poi, siamo motivo di risate quando qualcuno ci coglie ad ammirare il temporale, o ci sorprende mentre sussultiamo per un lampo ,o un tuono che sia, più forte degli altri. 
Oggi il tempo è stato clemente, ci ha lasciato finire la partita di pallavolo più sconfusionata e senza regole della storia, prima di rivelarsi in tutta la sua forza. Rifugiate al CASC, abbiamo apprezzato ogni singolo attimo delle chiacchiere e della situazione “obbligata” dal non potersi muovere da lì. E il rientro verso casa, a lume di una torcia, tra pozzanghere e acqua dal cielo, è stato più difficile del previsto, a rischio scivoloni e colpevole di scontri con oggetti non visti. E dire che quella strada la facciamo tutti i giorni. 
Non sembra accenni a smettere, mi accompagnerà mentre scivolo in un sonno ristoratore, cullerà i miei pensieri durante sogni certamente meravigliosi. 
Buona notte Tshimbulu.

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