A Tshimbulu ora piove. È la stagione delle pioggie, in
effetti. Otto mesi caratterizzati da acquazzoni più o meno violenti, in
diverse ore della giornata. Tendenzialmente succede che fa caldo, tanto caldo,
poi si alza un po’ di vento. Dapprima leggero, appena un piccolo movimento di
foglie di palma,poi forte, tanto forte da trasportare nuvoloni neri che stavano
nascosti chissà dove. E poi succede. Tuoni e saette, e tanta acqua. Sembra ci
sia qualcuno che dallalto apre un celestiale rubinetto. E tutti corrono, tutto
tace. È una pioggia dispettosa a volte, che coglie impreparati e bagna tutti
i vestiti stesi ad asciugare che non si è fatto in tempo a ritirare. O che
rende inutile il lavoro di un intero pomeriggio quando si cucina per un
reggimento, inconsapevoli che il vento si alzerà di sera, e che quindi gli
invitati non riusciranno mai a raggiungere il banchetto causa pioggia. E allora
si mangiano gli avanzi per una settimana.
Ma è anche una pioggia che fa
sorridere, se non ridere proprio. Le grondaie del CASC offrono l’occasione di
una doccia al naturale quando piove, e allora si vedono i bambini pieni di
sapone che ballano e ridono, contenti di quest’improvviso divertimento. Ed è inevitabile essere contagiate da quella
felicità.
Noi stesse,poi, siamo motivo di
risate quando qualcuno ci coglie ad ammirare il temporale, o ci sorprende
mentre sussultiamo per un lampo ,o un tuono che sia, più forte degli altri.
Oggi il tempo è stato clemente, ci ha lasciato finire la partita di
pallavolo più sconfusionata e senza regole della storia, prima di rivelarsi in
tutta la sua forza. Rifugiate al CASC, abbiamo apprezzato ogni singolo attimo
delle chiacchiere e della situazione “obbligata” dal non potersi muovere da lì.
E il rientro verso casa, a lume di una torcia, tra pozzanghere e acqua dal
cielo, è stato più difficile del previsto, a rischio scivoloni e colpevole di
scontri con oggetti non visti. E dire che quella strada la facciamo tutti i
giorni.
Non sembra accenni a smettere, mi accompagnerà mentre scivolo in un
sonno ristoratore, cullerà i miei pensieri durante sogni certamente
meravigliosi.
Buona notte Tshimbulu.
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