Pioggia, tanta sta mattina. Abbastanza da non farci andare
al centro nutrizionale quantomeno. Per mia fortuna Anto ha deciso di sfruttare
il tempo in casa per preparare la sua focaccia, una meraviglia culinaria, in
questi giorni ricchissima dopo che siamo state a Kananga a fare un po’ di spesa
e ad accompagnare Fra. Ci mettiamo addirittura olive e carciofini! Lei setaccia
la farina (come sempre alla ricerca di qualche insetto), io la disturbo
chiedendole che cosa le piacerebbe raccontare. Troppe cose sono successe nell’ultimo
periodo, diventa difficile scegliere.
Natale a Tshimbulu è stato davvero da “vibration”, a
cominciare dalla messa di sera, uno spettacolo di balli e canzoni a luce
soffusa. I ragazzi ci sono venuti a prendere alle sette per accompagnarci e
farci da traduttori all’occasione (ancora il tshiluba rimane un mistero per
noi), tutti eleganti e con un fiore a testa per noi, quasi ci siamo commosse! a
casa ci aspettava Babbo Natale, venuto ad assicurarsi che Ema e Rita si siano
meritati i regali, e il piccolo di casa Fullin ha saputo ben rispondere in
francese a questo strano signore vestito di rosso. Tra bengali e pietanze
squisite, la serata è terminata con chiacchiere da “divano” davanti alle
lucette, tanti pensieri per le famiglie e qualche riflessione sull’esperienza
che stiamo facendo. Il giorno dopo sveglia presto per preparare la festa al
CASC, finire di cucinare le crespelle, e messa dei bambini. Notre Dame invasa
da nanetti cantanti è uno spettacolo che nn credo dimenticherò mai. Appagate dalle
prodezze culinarie (Katia dovrebbe davvero scrivere un libro sull’arte di cucinare
in Congo!) abbiamo raggiunto i ragazzi al CASC per festeggiare con loro…un
altro pranzo, che però le nostre pance sazie ci hanno impedito di mangiare. Vestiti
leggeri, tanto caldo, balli, bigia e avoca, difficile rendersi conto che sia
Natale davvero! Certo è che ci siamo divertite, emozionate e commosse quanto
basta da ritenerci soddisfatte…e quasi da sperare non sia l’ultimo natale
congolese.
Anche l’ultimo dell’anno ha avuto la sua degna celebrazione. Cena
con Katia, Valerio e i bambini nell’attesa della mezzanotte che ci ha sorpresi
addirittura in compagnia dello champagne! Qui si festeggia il primo dell’anno,
e il mondo si sveglia davvero presto per l’occasione. Con Anto e Fra ci siamo
alzate per veder sorgere il sole, e mentre stilavamo la lista dei buoni
propositi e ci scambiavamo i futuri progetti, ballicchiavamo a ritmo delle
radio trasportate da qualche passante. Alle quattro di mattina! È stato un bel
momento, ci si è scoperte tutte felici, serene, senza nessun dubbio circa il
fatto che venire qui è stata una scelta giusta.
Lunedì abbiamo accompagnato Francesca in aeroporto. Le quattro
ore di macchina per arrivare a Kananga tra un salto e l’altro sulla strada a
dir poco accidentata, non hanno diminuito lo stupore di vedere una città dopo
quattro mesi di Tshimbulu…non vi dico poi cosa è stato entrare in un negozio! Poco
importa se la merce non è tanta o diversificata, ci sono le olive!! E che dire
dei biscotti? Attimo di pura estasi quando ho addentato una barretta di
cioccolato…e ci voleva davvero, visto che Fra sarebbe partita di li a poco. In
aeroporto ci si stava facendo prendere un po’ dalla tristezza, nonostante non
ci siano dubbi che ci si rivedrà in Italia, quando il Congo ci ha sorpreso un’altra
volta. Arrivano un gruppo di ragazzi
decisamente diversi, riconoscibili, “stars”. Ragazze è Fally Ipupa! Un cantante,
anzi mi correggo Il Cantante congolese, il preferito in assoluto da tutti i
ragazzi del CASC. Katia non si fa sfuggire l’occasione, e come solo lei sa
fare, li chiama per rubargli una foto in nostra compagnia. Un’ottimo modo per
Fra di lasciare questo Paese, con i migliori auspici.
Anto ha finito di fare la focaccia, rimane solo l’attesa del
sole per poter accendere il forno.
p.s.:a tutti quelli che si sono preoccupati delle ultime notizie da Kinshasa, ci teniamo a rassicurarvi, qui siamo lontane, molto lontane. neanche degli eventuali ribelli si prenderebbero la briga di farsi tutta sta strada!
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