lunedì 16 giugno 2014

IMPRESSIONI A CALDO….BRACCIA IN FIAMME!



Dopo qualche giorno di sconforto, dovuto probabilmente alla stanchezza accumulata, alla tensione per le responsabilità a noi affidate, all’impegno messo per imparare tutte le cose nuove che ci sono da fare qui, finalmente ieri mi sembrava di aver ripreso un po’ in mano le emozioni e aver ricaricato le pile con un po’ di ballo e allegria al concerto dei cori delle parrocchie. I tre donatori di sangue venuti oggi, sommati ai 5 di sabato hanno aiutato sicuramente.
Nel pomeriggio di oggi però devo ammettere di aver avuto una ricaduta gigantesca.
Come ormai d’abitudine nel pomeriggio sono andata con Stefano al CASC, oggi avevamo previsto di mettere a punto il programma del CASC Vacanze che comincerà il 3 luglio. Una serie di imprevisti(?!?) ha fatto si che gli animatori presenti oggi fossero solo 2 (più 2 che sono andati via al nostro arrivo, chissà poi perché?!). Il numero normale di animatori è 7.
Già per questo motivo iniziano a frullarmi le narici.
Bambini presenti: 80 (uno più-uno meno). Giochi in atto: corsa con i sacchi (3) da un lato del campo, racchettoni (2) dall’altro lato. Bambini occupati: 5. Bambini nullafacenti: 75.
Presi dalla disperazione per l’iperattività di quei 75 ci lanciamo in un bans che gli abbiamo insegnato la scorsa settimana, tutto ok, lo sparviero, ottimo, pistolero, piace un sacco. Ogni tanto qualche bambino si picchia, siamo io e Stefano a dividerli, sotto gli occhi degli animatori che giustificano la cosa come “un metodo educativo congolese”.
Le mie narici fumano.
Non capendo bene come, si passa ad un gioco congolese, in lingua tshiluba, che quindi conoscono tutti tra la sottoscritta e Stefano. Cerchiamo di copiare cosa fanno i bambini, interpretiamo il gioco come una specie di “strega tocca colore”. Giammai! In un attimo mi ritrovo con una decina di bambini letteralmente appesi alle mie braccia con dei pizzicotti micidiali. Sopraffatta dallo stupore e dal dolore, non sapendo come dire in tshiluba ai bambini che mi stavano facendo male, molto male, ho provato a dirlo in francese, inutilmente. Non sono riuscita a trattenere le lacrime e mi sono allontanata dal gruppo.
Mi sono rifugiata in casa, a cucire le zanzariere del centro nutrizionale che ovviamente non essendo proprietà loro, hanno lasciato in balia dei topi nel magazzino, “tanto le zanzare ci sono anche di giorno, cosa serve ripararsi la notte”. (?!?!?!)
Stefano nel frattempo si è fatto spiegare il gioco che consiste del PIZZICARE VIOLENTEMENTE chi sbaglia a mettere il piede a terra durante la canzoncina.
Le mie narici ormai emettono fiamme. Le mie braccia bruciano e stanno venendo fuori dei bei lividi.
Ora, se un gioco del genere viene fatto normalmente, anzi, viene addirittura proposto dagli animatori, spiegatemi perché non dovrebbero cadermi le braccia, il mento, la testa e tutto il resto a terra.
Il CASC esiste da circa 7 anni. Mi rifiuto di pensare che, tra tutte le persone che sono passate di qui, nessuno abbia cercato di far comprendere l’importanza dell’esempio che gli animatori danno ai bambini e della non violenza perché è una delle prime cose che ti salta agli occhi.
Sono venuta qui con l’incarico di portare nuove attività, nuovi giochi, un po’ di metodo scout (volente o nolente ormai mi viene spontaneo), di insegnare agli animatori delle tecniche di animazione (gioco di parole involontario), di espressione, di teatro, di gioco, attività manuali, bricolage…e mi ritrovo spiazzata da… non so neanche come definire la cosa: ignoranza? mancanza di regole? Comportamento incivile? Abitudini sbagliate? Assenza di ragionamento? degli animatori.
Altro che fare le attività con i bambini, qua si deve prima agire sui più grandi. L’altro giorno mi hanno elencato alla perfezione tutte le persone che sono state un esempio nel mondo per la pace senza violenza. Che sia per loro solo una filastrocca da imparare a memoria come i nomi dei 7 nani?
Ovviamente tutto ciò, una volta scrollato di dosso lo scoraggiamento, il fumo delle narici e passati i lividi, non farà che aumentare la sfida, la voglia di fare e di mettermi in gioco. Nulla è impossibile. A volte è solo un po’ doloroso.
Tranquilli, ho già il sorriso sulle labbra. E l’aloe sulle braccia.

2 commenti:

  1. Ecco un altro uso dell'aloe. Va meglio, vero?

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  2. ciao katia, vedo solo ora i tuoi commenti, ora va meglio, nessun pizzicotto da un sacco di giorni!

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