lunedì 12 maggio 2014

Arrivo a Tshimbulu

Eccomi qui, a scrivere da questo villaggio sperduto nella savana “congolese”. È così strano pensare che una settimana fà fossi ancora in Italia. Fino agli ultimi giorni prima della partenza non avevo ancora metabolizzato che sarei stato fiondato per un anno in un’altra realtà.
Il giorno della partenza è arrivato molto velocemente senza darmi il tempo di sentirmi preparato. Ricordo perfettamente il viaggio di andata all’aeroporto, la nostalgia, la trepidazione, la voglia di iniziare. I saluti sono volati via molto in fretta e in men che non si dica eccomi sull’aereo in partenza.
Il viaggio per arrivare a Kinshasa è stato molto veloce, non si può dire lo stesso per quello dalla capitale a Kananga, ma si sa, sono i tempi africani.
Dopo un paio di ore di Defender eccoci arrivati a Tshimbulu, sperduti in mezzo alla savana africana. Di quella sera mi ricordo molto la stanchezza ma anche la grande curiosità e la voglia di iniziare a intraprendere questo cammino. Sono “già” passati 4 giorni dal nostro arrivo e abbiamo potuto vedere solo un minuscolo spicchio di qui.
Abbiamo visto l’ospedale costruito qui e a 2 passi da casa, abbiamo potuto conoscere i ragazzi del CASC con la loro curiosità e la voglia di iniziare un percorso. Siamo stati al mercato, una Babilonia in cui mi piacerebbe imparare a districarmi. Il giorno prima abbiamo avuto anche l’occasione di vedere la cella in cui tengono le persone prima di essere passate a giudizio. Forse il termine giusto non è cella, ma stalla. Una stanza di 3 metri per 3 senza finestre e con un secchio in cui fare i bisogni in cui erano stipate 11 persone. Credo non ci sia bisogno di commentare questa assurdità.

Abbiamo visto tanti bimbi, tanti sorrisi, tanti sguardi. Tante case di mattoni che manco loro sanno come fanno a stare su e poche case non pericolanti. Abbiamo visto un’infinità di cose e iniziato a conoscere un piccolo spicchio di Tshimbulu e della gente che ci circonda. La cosa certa è che c’è molta voglia di fare e molta possibilità di poter fare. Non rimane che rimboccarci le maniche e partire in questa nostra avventura!

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